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Archeologia

Tra l'VII ed il VII secolo a.C. i Greci fondarono diverse colonie in Calabria, Campania, Basilicata, Puglia e sud-est della Sicilia.

 

Sibari, Crotone, Reggio Calabria, Taranto, Metaponto e Paestum erano i principali centri di questa grande area colonizzata, in cui fiorirono i commerci, l'agricoltura e l'artigianato.

 

Le città erano organizzate come le poelis elleniche, fondate sul concetto di città-stato autonome, a testimonianza dello stretto rapporto che legava le colonie e la madrepatria.

 

Il mondo greco influenzò in maniera evidente le attività culturali delle colonie, che seppero, dare vita, nel tempo, ad espressioni autonome ed elevate nell'arte, la scienza e la filosofia.

 

Per questo, a partire dal III secolo a.C., si cominciò a definire l'insieme delle colonie "Magna Grecia" (Megàle Hellàs).

 

Il declino della Magna Grecia coincise con l'avanzata di Roma; le  città vennero definitivamente sottomesse tra il 280 e il 265 a.C.

Siti archeologici
Le colonie greche in Calabria

Locri

Sibari

Roccelletta di Borgia

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Kaulon

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Musei della Magna Grecia Museo Nazionale di Reggio Calabria
Già noto come "Museo della Magna Graecia", è uno dei più importanti musei dell'Italia meridionale. E' sorto dalla fusione dei vecchio Museo Civico, fondato nel 1882, e delle collezioni di opere provenienti dai ritrovamenti archeologici effettuati nella regione in circa un secolo di attività.
Noto soprattutto per la presenza dei Bronzi di Riace, sicuramente i pezzi più celebrati pur non appartenendo direttamente alla civiltà della Magna Graecia (si tratta più probabilmente di originali dell'arte greca), il Museo presenta in una visione panoramica e analitica le testimonianze delle culture preistoriche, protostoriche, ellenistiche e romane susseguitesi in Calabria. Ospitato nel palazzo costruito da Marcello Piacentini nel 1933, il Museo si articola in diverse sezioni. La prima è dedicata all'età preistorica e protostorica, con testimonianze provenienti da Scalea, Praia a Mare, Locri, Gerace, Roccella e Paludi.La seconda sezione, la più importante e interessante, è dedicata alle colonie greche. Qui il frutto di lunghe ricerche a Locri, Medma, Caulonia, Crimisa, Crotone, Sibari, Lao, Reggio, Metauro, Hipponium è raccolto e messo a confronto per evidenziare le diversità generate dalle differenti origini delle singole colonie, ma anche una certa omogeneità derivante dall'apporto comune ricevuto dalle popolazioni indigene al momento della fondazione, vale a dire quello che gli esperti chiamano l'elemento "italiota".
Qui si possono ammirare i corredi delle necropoli delle città greche, i resti architettonici e votivi ritrovati nei santuari, insieme a prodotti dell'arte e dell'artigianato. Tra i reperti riferibili alla colonia di Locri, spiccano i famosi pinakes, le tavolette votive di terracotta, nonché le tavolette di bronzo che forniscono utili elementi sulla vita e sull'amministrazione dell'antica città. Il patrimonio archeologico di cui è dotato il Museo è ricchissimo: vasi, ceramiche, terrecotte, gioielli, bronzi testimoniano sia l'evoluzione delle singole colonie sia l'importanza delle città. Museo Archeologico di Crotone
Inaugurato nel 1968, questo Museo raccoglie importanti testimonianze della vita dell'antica Kroton ma anche di altre colonie magnogreche. Nella sale si possono ammirare molti reperti della preistoria calabrese, in particolare un nucleo di ossidiana rinvenuto a Isca sullo Jonio e un cranio del Neolitico trovato presso Girifalco.Dalle collezioni civiche, tra cui vanno citate quelle Albani e Lucifero, provengono i più significativi esempi dell'arte magnogreca: matrici, ex-voto, pinakes, statuette e diversi oggetti quasi tutti risalenti al IV secolo a. C.
Dei reperti riferibili alla colonia di Kroton sono da segnalare una grande statua maschile di terracotta e una serie in bronzo che raffigura Eracle. Altre vetrine conten¬gono importanti documentazioni relative agli scavi effettuati da Paolo Orsi all'inizio del secolo e sul tempio di Hera Lacinia.
A Crotone sono custoditi anche importanti reperti rinvenuti nel Parco archeologico della Roccelletta e riferibili alla colonia romana di Scolacium, tra cui la bellissima testa-ritratto in marmo bianco che raffigurerebbe l'imperatore Germanico. Da segnalare, infine, sempre a Crotone, gli straordinari ritrovamenti effettuati nel luglio del 1987 a Capo Colonna e costituenti il cosiddetto "Tesoro di Hera Lacinia".Si tratta: di un diadema, coronato da un doppio serto di foglie, caratterizzato da treccia a rilievo, probabilmente proveniente da un simulacro della Dea; di una piccola sfinge di bronzo; di una "Gorgone" alata; di una sirena in bronzo; di un anello d'oro con castone romboidale. Museo Archeologico della Sibaritide
Un altro pezzo di storia magno-greca rivive in questo museo e nei vicini scavi dell'antica città, dove una mostra permette di ammirare le testimonianze della grandezza di Sibari e dell'estensione dei suoi rapporti commerciali e culturali.
Il Museo, inaugurato nel 1969, è ubicato nell'ex ufficio del Consorzio di Bonifica. L'esposizione è organizzata su due piani. In quello inferiore è esposto il materiale ritrovato in località "Timpone della Motta" di Francavilla Marittima, dove su un precedente impianto dell'Età del Ferro i sibariti costruirono, alla fine dell' VIII secolo a. C., un santuario. Numerose fibule in bronzo, doni votivi, ceramiche ed altri oggetti testimoniano l'arte sibarita prima della colonizzazione greca. Una differenziazione che si nota ammirando i corredi tombali esposti al primo piano, dove sono custoditi vasi, oggetti ornamentali e altri prodotti di importazione, tra cui una coppa in bronzo siriana dell'inizio dell' VIII secolo a. C. e alcuni recipienti di fabbrica corinzia. Antiquarium di Locri
A ridosso degli scavi del famoso tempio di Marasà e della località "Centocamere" sorge l'Antiquarium, struttura museale inaugurata nel 1971 e che accoglie, raggruppati secondo il sito di rinvenimento, importanti reperti dell'antica colonia di Locri Epizefiri. Nelle varie sale si possono ammirare statuette fittili, pinakes e ceramiche varie, nonchè una collezione di monete, strigili bronzei, vasi per unguento in alabastro. Museo archeologico di Vibo Valentia
Istituito nel 1969 su iniziativa di alcuni appassionati, questo Museo si basa sui reperti forniti da alcune raccolte private, tra cui quelle di Capialbi e Albanese. Gli oggetti provengono dall'antica città greca di Hipponion e dalla romana Valentia. Altri reperti, rivenuti dopo il 1975 , hanno arricchito notevolmente l'esposizione, permettendo di ricostruire un altro importante tassello della storia magno-greca nella regione. Importanti vasi di produzione italiota sono esposti assieme ad una ricchissima serie di terrecotte votive del VI secolo, a reperti in bronzo e in ceramica di produzione corinzia, greco-orientale e attica.In due sale sono conservati i ritrovamenti effettuati in due aree dell'antica Hipponion: vi si possono ammirare interessanti statue fittili, raffiguranti Demetra e altri frammenti di oggetto votivi. Infine, in un'altra sala, sono custoditi i corredi funerari ritrovati nell'area della città moderna, tra cui spicca un'eccezionale lamina in oro dell'inizio del IV secolo a.C. con un testo greco inciso, probabilmente la versione più antica e completa tra i testi orfici finora rinvenuti. Museo Provinciale di Catanzaro
Il Museo, istituito nel 1863 e provvisoriamente ospitato in un fabbricato all'interno della Villa Trieste di Catanzaro, raccoglie una delle più importanti collezioni numismatiche riferibili alla Magna Graecia, raccogliendo "pezzi" che riguardano quasi tutte le colonie italiote. Questa collezione presenta esemplari di straordinaria bellezza, praticamente riferibili a tutte le zecche antiche dell'Italia meridionale.